La sindrome di Asperger

LA SINDROME

La sindrome di Asperger fa parte dei “disordini pervasivi dello sviluppo”, ovvero quel gruppo di malattie che riguardano il comportamento e la socialità. Una forma particolare di autismo, caratterizzata da ridotte capacità comunicative.

La sindrome prende il nome dal pediatria viennese Hans Asperger, che all’inizio del Novecento descrisse il comportamento di quelli che egli stesso definì “piccoli professori”, ovvero bambini dal carattere solitario. Spesso isolati dai loro coetanei e avevano difficoltà a comunicare e a relazionarsi con gli altri, ma che, al tempo stesso, coltivavano i loro interessi con una dedizione particolare, fino a diventare dei veri e propri esperti.

Le cause della sindrome di Asperger non sono ancora del tutto conosciute.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato una predisposizione genetica, in considerazione della ricorrenza dei casi all’interno di alcune famiglie. È stato inoltre ipotizzato che l’esposizione a fattori tossici durante le prime settimane di gravidanza possono alterare il normale sviluppo del sistema nervoso.

LA DIAGNOSI

Diagnosticare la sindrome di Asperger non è affatto facile e immediato. È importante sottoporre un bambino, che mostra qualcuno dei sintomi sopraccitati, a un controllo medico di tipo specialistico.

La visita specialistica, effettuata da un team di professionisti esperti in materia, consiste, innanzitutto, in un’analisi approfondita dei comportamenti assunti dall’individuo sotto esame; pertanto, si cercherà di osservare come quest’ultimo si relaziona con i genitori, con i compagni di scuola, con gli insegnanti ecc.

Per la diagnosi definitiva di sindrome di Asperger, è necessario confrontare quanto osservato con quanto riportato, in merito all’argomento, nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM).

Esistono delle “bandierine rosse” che genitori e pediatri devono prendere in considerazione nel comportamento del piccolo:

  • non aggancia lo sguardo delle persone che si rivolgono a lui e non ricambia i sorrisi
  • presenta un’attenzione eccessiva verso determinati oggetti o interessi (musica, aritmetica, ecc.): ad esempio memorizza dati di scarso valore, come gli orari dei treni
  • non gioca con gli altri bambini e non accetta il confronto con gli altri
  • se gli capita di giocare con dei coetanei può utilizzare un linguaggio offensivo o assumere atteggiamenti violenti, senza rendersi conto di poter far male ai suoi compagni
  • si muove in maniera impacciata, cammina in modo maldestro